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Il terzo chakra: caratteristiche e pietre associate

Procedendo verticalmente lungo la Kundalini, incontriamo Manipura, il terzo chakra, che si traduce dal sanscrito come “città dei gioielli splendenti”: è qui infatti il luogo in cui custodiamo il bene più prezioso, ovvero il senso del sé. Si tratta della roccaforte del corpo, che nutre l’autostima e la forza di volontà: non a caso, è l’origine delle 72 mila nadi, sottilissimi fili energetici che partono dall’ombelico per irradiare tutto il corpo. Il terzo chakra, o chakra del plesso solare, è localizzato fra l’ombelico e la base dello sterno: è la sede di agni, il fuoco digestivo che, come un termostato, modula e governa i muscoli e gli organi digerenti, compresi lo stomaco, la cistifellea, il fegato, la milza, l’intestino tenue e la cavità addominale. Influenza anche il sistema nervoso vegetativo. La ghiandola endocrina di riferimento è il pancreas, che, attraverso la produzione di insulina, gestisce la facoltà di assorbire e trattenere la “dolcezza” della vita. 

Manipura è il nostro centro fisico, ma anche spirituale: costituisce la nostra identità o personalità. Una volta, infatti, che ci siamo riappropriati con passione del nostro corpo e le emozioni e i sentimenti fluiscono e si esprimono liberamente, siamo pronti a dedicarci allo sviluppo del nostro potere personale, della nostra volontà e vitalità. La forza di volontà e l’autostima che brillano in un terzo chakra ben saldo ed equilibrato consentono di porre dei sani confini, forti ma al contempo flessibili, spronando ad agire per avviare il proprio percorso di crescita personale. Quando uniamo materia e movimento, sfregandoli tra loro come due bastoncini, scoppia la scintilla dell’energia, in grado di accendere un fuoco. Fuoco che a livello corporeo si traduce in metabolismo e che psicologicamente accende l’entusiasmo e la volontà, in un processo di trasformazione e di digestione, non solo di alimenti, ma anche di emozioni, pensieri, concetti intellettuali. Ed è proprio il fuoco l’elemento di Manipura

Il terzo chakra è di colore giallo, il colore del sole: interiorizzando la sua forza, possiamo accendere la passione creativa e richiamare la forza di volontà per attivarci a rispondere alle sfide. É collegato col senso della vista: vedere ed essere visti, ma soprattutto essere riconosciuti nella nostra unicità. 

Il terzo chakra: autonomia ed identità

Passo dopo passo, partire dai chakra più bassi per arrivare a quelli più elevati è un cammino che consente di stabilire la propria individualità per andare a raggiungere l’universalità. Per poter interagire col mondo, è fondamentale prima costruire e poi preservare il proprio sé, diventare sicuri di noi stessi come individui unici, per evitare di venire travolti dalla vastità dell’universale. Ciò si raggiunge sviluppando la propria autonomia e riconoscendo la propria identità: una relazione sana può partire solo da due persone che mantengono la propria individualità, che non hanno bisogno dell’altro e non vi dipendono, ma scelgono consapevolmente di condividere la propria vita con l’altro per migliorarla e migliorarsi. L’autonomia è fondamentale per assumersi pienamente la responsabilità della propria vita e delle proprie scelte così come delle proprie azioni. Solo riconoscendo le proprie responsabilità è possibile attivare il potere di cambiare le cose, senza riversare costantemente la colpa all’esterno, sull’altro o sulle circostanze, con lamentela e biasimo, ma comprendendo che se è nostra la responsabilità di come stanno le cose, allora abbiamo nelle nostre mani la possibilità e il potere di realizzare la vita che vogliamo. Per fare questo, dobbiamo attivarci e decidere di influire da soli su ogni aspetto della nostra esistenza: dobbiamo determinare come deve andare la nostra giornata e non reagire a quello che ci capiterà. Diventando padroni di noi stessi e della nostra vita, riconosceremo il nostro personale valore e la nostra identità, e saremo così in grado di proteggerli, difenderli e rispettarli. 

Il terzo chakra: autostima e riconoscimento

Il segreto per un Manipura forte e vitale è imparare a sviluppare un forte senso di autostima. Spesso la forza per voltare pagina, la determinazione per credere di potercela fare e la volontà per mettere in atto un cambiamento nascono proprio dal valore che siamo in grado di dare a noi stessi, a prescindere dalle condizioni in cui ci troviamo. La nostra autostima è il riflesso di quanto noi ci amiamo e rispettiamo nella nostra unicità, senza far dipendere l’opinione di sé dal giudizio degli altri: è fondamentale andare oltre il contingente in cui ci troviamo a vivere in questo momento, consapevoli che il nostro potenziale è molto più vasto dei problemi che ci troviamo ad affrontare. L’autostima è la base di partenza per sviluppare fiducia in noi stessi, indispensabile per dare il via ad ogni cambiamento e sostenerlo nel tempo: da qui parte la motivazione e l’autodisciplina per rendere concrete ogni giorno le nostre sane abitudini. Non deve temere i fallimenti, ma anzi riconoscere la propria forza nel rialzarsi ad ogni caduta, rafforzata e maturata dai propri errori ma anche dai propri successi. L’autostima ci consente di mantenere stabilità e tenacia di fronte alle sfide, rimanendo saldi anche quando le cose vanno male o non abbiamo ancora realizzato i nostri obiettivi. 

Il riconoscimento personale è l’altra faccia della medaglia dell’autostima: anch’esso infatti non può plasmarsi in relazione ai giudizi esterni, che possono non essere sempre oggettivi e in ogni caso non devono essere considerati definitivi e immodificabili. A volte, invece, pur ricevendo complimenti, riconoscimenti ed elogi, non riusciamo ad accettarli perché non riusciamo ad apprezzarci allo stesso modo. Il riconoscimento dipende unicamente dal valore che riusciamo a scorgere in noi stessi, nelle nostre opere ma soprattutto nella nostra essenza. Se diamo agli altri il potere di attribuirci il nostro valore, infatti, gli consentiamo anche di portarcelo via in qualunque momento. Spesso ci sono situazioni in cui non c’è nessuno a dirci “bravo!” o a darci una pacca sulla spalla dopo una giornata di duro lavoro: può esserlo il lavoro svolto in solitudine, o le giornate frenetiche di una mamma che difficilmente trova riscontro della bontà dei suoi intenti e delle sue azioni. Sviluppare una forte autostima ed essere in grado di riconoscere i propri meriti è fondamentale per accrescere la propria felicità. 

Il terzo chakra: volontà e motivazione

Quando desideriamo che la vita cambi, dopo esserci centrati con coraggio e aver identificato le emozioni che ci muovono, dobbiamo concretizzare i nostri desideri in azione: come diceva G.B. Shaw, “non aspettare il momento opportuno, crealo!”. La volontà è il mezzo con cui superiamo l’inerzia e accendiamo la scintilla del nostro potere personale: ogni cambiamento parte da un forte momento di determinazione e volontà, e prosegue con l’impegno, la disciplina e la motivazione. Dopo esserci assunti le nostre responsabilità, la realizzazione della nostra vita sappiamo dipendere unicamente dalla nostra forza e dalla nostra volontà. Grazie a queste, comprendiamo che possiamo cogliere le sfide che si presentano come delle opportunità per trasformare noi stessi e risvegliarci al nostro massimo potenziale. 

La volontà è l’impulso che ci consente di uscire dalla nostra zona di comfort, dal nostro stato di inerzia e di letargo, per mettere alla prova noi stessi e trasformare le nostre paure e limitazioni in realizzazione personale. La volontà è una capacità che è sempre dentro di noi, ma che si attiva nel momento in cui si combina con il desiderio e con l’intelligenza: quando riconosciamo non più doveri, ma scelte. Il senso di impotenza che possiamo talvolta percepire in determinate situazioni deriva dall’incapacità di riconoscerla o dalla mancanza di consapevolezza dell’uso che ne facciamo in maniera inconscia. Il riconoscere scelte anziché obblighi aiuta a riallineare la propria volontà. É importante inoltre fare una distinzione tra volontà e vera volontà: lo stridere tra questi due aspetti lo proviamo nel momento in cui facciamo qualcosa che non ci va di fare, magari perché richiesto da qualcun altro. In questo caso, abbiamo rimesso la nostra volontà a qualcun altro. Per fare emergere la nostra volontà vera dobbiamo chiederci che cosa ci spinge ad agire in questo modo, se magari la necessità di compiacere qualcuno, il quieto vivere, oppure la perdita di contatto con noi stessi. Questo passo fondamentale aiuta a fare chiarezza dentro di noi e riconnetterci con i nostri desideri, dandoci la possibilità di fare delle scelte consapevoli. Per sviluppare una volontà forte, dobbiamo avere consapevolezza riguardo ai nostri obiettivi, visualizzare nella nostra mente cosa vogliamo ottenere ma soprattutto chi vogliamo diventare. 

La conoscenza sempre più profonda e allargata delle nostre volontà ci consente di unire i puntini per delineare quello che è la visione di insieme, la nostra motivazione profonda, il nostro perché. Scorgiamo lo scopo per cui ci alziamo al mattino e lavoriamo fino a tardi la sera, che nasce da ciò che siamo, ciò che amiamo e ciò che rifiutiamo, e l’ambito e il modo in cui applichiamo il nostro talento. Avere chiaro il disegno globale ci permette di focalizzarci su quella che è la nostra vera volontà, lasciando scorrere i capricci momentanei che potrebbero allontanarci dal nostro scopo più grande e che stridono perché incoerenti, e dirigere le nostre azioni sulla base della nostra più profonda intenzione.

Il terzo chakra: produttività e potere

Quando parliamo di potere, mettiamo in luce l’aspetto legato al nostro potenziale, all’essere in grado, a quella spinta vitale che ci consegna il diritto all’azione. In Manipura è racchiuso il nostro potere personale, quella forza che ci consente di avviare i passi del cambiamento che ci condurranno alla trasformazione: trasformazione di noi, delle nostre abitudini, dei nostri lati oscuri e dei nostri pensieri limitanti, fino a diventare sempre più noi stessi. Manifestiamo il nostro potere quando stabiliamo chi siamo, sicuri di noi, quando osiamo vivere in modo unico e autentico, quando affermiamo senza timori ciò che riteniamo vero e giusto, quando abbiamo il coraggio di rischiare e di far emergere il nostro potenziale, la nostra unicità, assumendocene completamente le responsabilità. La nostra società ci ha educato all’obbedienza, a sottostare a regole e modi di operare e di vivere che ci indicano che “si fa così”, rischiando però di farci identificare con questi le nostre volontà: ma le due cose, come abbiamo visto, non sempre corrispondono, e questo può portare a un senso di insoddisfazione ed impotenza. Per sviluppare il proprio potere in maniera sana, è fondamentale equilibrare l’energia che connette sia ai chakra inferiori che a quelli superiori: senza stabilità e sicurezza nel proprio corpo e senza conoscere i propri desideri, non è possibile suscitare il proprio potenziale. D’altro canto, questo potere deve evolvere per lo sviluppo di sé, e tale evoluzione non ci viene data dall’esterno, ma emerge dal nostro mondo interiore, dalle nostre radici, dalla nostra parte più viscerale, attraverso l’immaginazione, la creatività e l’intelligenza. 

Ogni volta che incontriamo un ostacolo, possiamo scegliere di essere reattivi o inattivi: nel primo caso lasciamo scatenare i nostri disagi in maniera esuberante, sintomo di un eccesso del terzo chakra, nel secondo invece tendiamo a rassegnarci subendo la situazione, evidenza di un terzo chakra carente. Oppure ancora possiamo essere proattivi, ovvero possiamo scegliere le nostre azioni a nostro vantaggio, anziché controllarle o esserne controllati. Con un atteggiamento volto alla proattività possiamo essere davvero artefici del nostro destino, perché iniziamo ad avere un comportamento che alla fine condurrà alla condizione che desideriamo, alla concretizzazione della nostra personale visione. Senza aspettare di vedere come andranno le cose, cominciamo da subito a creare le condizioni adatte perché si manifestino, influenzando in maniera determinante l’ambiente in cui viviamo.

L’emozione del terzo chakra: la vergogna

Se non ci sentiamo sicuri di noi stessi, meritevoli e forti del nostro potere personale, può emergere una fastidiosa sensazione di vergogna e inadeguatezza che ci porta a nasconderci in noi stessi, temendo sempre di dire la cosa sbagliata o di fare figuracce. Questa condizione di imbarazzo ci fa sentire sempre più frustrati nell’incapacità di manifestare le nostre idee e opinioni, le esponiamo sempre meno, a volte arriviamo addirittura a chiederci se abbiamo ancora dei pensieri nostri. Infatti, maggiore è la vergogna, minore è il potere che avvertiamo in noi, e più è difficile lasciare spazio all’ego perché si rinsaldi e si prenda i suoi spazi. Vergognarsi di sé e dei propri bisogni porta a decidere di frenarli costantemente con la mente, lasciando parlare quella vocina interiore che diventa sempre più assordante, e che continua a ripetere quanto siamo inferiori agli altri e senza valore. Spesso l’armonia fisica viene meno, aumentiamo di peso nel tentativo di “nasconderci” sempre di più, fino a che il nostro corpo diventa un muro tra noi e gli altri. Da qui parte un circolo vizioso che ci abbassa sempre più la nostra autostima e ci fa sentire di perdere il nostro valore. 

La ghiandola endocrina del terzo chakra: il pancreas

L’organo endocrino corrispondente a Manipura è il pancreas: in realtà si tratta di una ghiandola mista, con funzione esocrina ed endocrina. Dal punto di vista endocrino, le isole di Langerhans producono due ormoni, l’insulina e il glucagone, con azione opposta. L’insulina favorisce l’abbassamento degli zuccheri nel sangue, attraverso l’accumulo di glucosio nel fegato e parzialmente nei muscoli; inoltre, facilita la sintesi lipidica a partire dal glucosio, portando a immagazzinare le risorse energetiche nell’organismo. Il glucagone stimola la gluconeogenesi, ovvero la produzione di glucosio a partire dalla degradazione di proteine e lipidi. Il glucosio è la principale fonte di energia dell’organismo: agisce sul potere d’espressione e di manifestazione di sé. 

Alterazioni energetiche dello stato fisiologico possono essere conseguenza della repressione di sé, che si può verificare quando si decide di celare le proprie volontà e i propri principi oltre che le proprie motivazioni. In questo modo si perde gradualmente la capacità di affermarsi vedendo sbiadire fiducia in se stessi. Si finisce così a ricercare sempre di più l’approvazione dagli altri, aumentando la propria insicurezza esistenziale che induce a manifestare sbalzi d’umore ad aumentare di peso. 

terzo chakra

Pietre per il terzo chakra

  • Agata gialla: grazie al supporto dell’agata gialla riuscite a far chiarezza su quelli che sono i vostri veri desideri. Dona sul piano psichico e quello spirituale ottimismo e gioia.
  • Berillo dorato: il berillo dorato è perfetto sia contro il nervosismo che contro lo stress. Potete usarlo sul piano spirituale per aumentare la gioia di vivere. Va infatti ad equilibrare il terzo chakra agendo positivamente su di lui.
  • Quarzo citrino: il quarzo citrino equilibra il terzo chakra donandovi di nuovo fiducia in voi stessi, così da non auto sabotarvi nei progetti che portate avanti solo per la paura di fallire.
  • Calcedonio giallo: il calcedonio giallo lavora su tutta la sfera emotiva e spirituale, partendo proprio dal centro delle emozioni che è Manipura.
  • Occhio di tigre: l’occhio di tigre invece lavora molto bene sul primo chakra per quanto riguarda il risveglio della kundalini e il radicamento a terra, però allo stesso tempo è un’ottima pietra per la crescita personale attraverso la messa in ordine tra sentimenti e pensieri.
  • Pirite: la pirite permette di individuare e rimuovere i conflitti all’interno delle relazioni. Con lei potete far emergere la vostra creatività e la vostra natura.
  • Calcite gialla: la calcite gialla dona tanta, tantissima energia sul piano mentale e quello fisico. Aiuta nei processi di crescita e di guarigione.
  • Topazio giallo: il topazio giallo, conosciuto anche come topazio imperiale, protegge dalle negatività e ravviva l’intelligenza.

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BIBLIOGRAFIA

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