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Secondo la medicina ayurvedica, il benessere degli esseri viventi dipende dall’equilibrio del loro corpo sottile, che possiamo descrivere come una rete invisibile di strade attraverso cui scorre l’energia vitale.
Come in tutte le strade, ci sono dei punti di accesso e degli svincoli: sono i chakra, che vengono descritti tradizionalmente come dei vortici in cui l’energia converge per essere rimessa in circolo. Quando un chakra è bloccato si verifica un ingorgo energetico e si crea una disconnessione tra corpo, mente e aura. Questo crea un effetto a cascata: lo spirito entra in sofferenza, la mente inizia a giocare brutti scherzi e poi anche il fisico ne risente, rispondendo alla situazione di emergenza con malattie, dolori e disturbi.
Intervenire sui sintomi fisici dello squilibrio può aiutare a sentirsi meglio nel breve termine ma è solo un cerotto. Se il nodo energetico rimane, presto o tardi i disturbi che ce lo avevano segnalato con insistenza ritorneranno e più forti che mai, perché come tutte le ferite anche quelle energetiche tendono a diventare più gravi se non vengono curate in tempo.
In questi casi è meglio agire direttamente alla fonte, sciogliendo l’ingorgo per ripristinare l’equilibrio naturale dei chakra e dare sollievo al nostro corpo energetico, che ci ringrazierà con una sensazione di profondo benessere che si irradia su tutti i livelli dell’essere.
Reiki ed equilibrio dei chakra
Ma se il corpo sottile non si vede e non si tocca, come si guariscono le sue ferite?
I sistemi di medicina orientale ci vengono in aiuto con una gamma di pratiche dolci che lavorano direttamente a livello energetico: cristalloterapia, yoga, terapia del suono, aromaterapia, …
Tra queste c’è anche il metodo Reiki, una pratica di auto-guarigione che si basa sulla convinzione che il nostro corpo sottile sia costituito dalla stessa materia che anima tutte le altre cose: l’energia vitale universale.
Il praticante di Reiki impara a canalizzare questa energia attraverso le mani, diventando così un ponte tra l’universo e la creatura che desidera curare: sé stesso, un’altra persona, un animale o anche una pianta – tutto ciò che è vivo può essere trattato a scopo terapeutico con il Reiki.
Attenzione però: non si tratta di guarire tutti i mali con la sola imposizione delle mani. Il metodo Reiki permette di riequilibrare il campo energetico in modo rapido e profondo e siccome com’è in alto così è anche in basso questo favorisce l’equilibrio mentale e stimola il processo di auto-guarigione del corpo.
Come usare il Reiki per riequilibrare i chakra
Nella pratica del Reiki ci sono molte tecniche che possono essere usate a seconda delle necessità specifiche della persona o dell’animale in sofferenza.
A volte si lavora su un chakra per volta, normalizzando il flusso e ripristinando la rete. In altri casi si usano tecniche di trattamento che puntano al riequilibrio energetico lavorando su tutti i centri principali, come questa:
1. Posiziona una mano su Ajna e l’altra su Muladhara.
2. Quando percepisci che l’energia sta ricominciando a fluire in modo equilibrato, sposta la mano che era su Ajna su Vishuddha e l’altra mano su Svadhisthana.
3. Quando senti che anche in questi centri l’energia ha ricominciato a fluire come dovrebbe, sposta la mano da Vishuddha su Anahata e l’altra su Manipura.
Questa tecnica è molto efficace quando si vuole intervenire rapidamente su un piccolo squilibrio, anche in una situazione di emergenza emotiva, e come integrazione per i trattamenti di riequilibrio energetico con altre pratiche olistiche.
Il reiki e gli altri
Il Reiki si può praticare sugli altri o su sé stessi, per questo si parla di una pratica di guarigione o di auto-guarigione, per praticarlo su se stessi o sugli altri da soli bisogna aver intrapreso un percorso di formazione. Essendo Master Reiki posso anche fare corsi di Reiki di tutti i livelli.
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