Fido, gli insegnamenti e il fallimento
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Al mio primo corso per diventare istruttrice cinofila, l’insegnante ci parlò di un cagnetto che aveva subito una trasformazione radicale.
Appena portato a casa dal canile era curioso, vivace e sempre pronto a sperimentare nuove attività. Pochi mesi dopo invece scappava a nascondersi ogni volta che incontrava altri cani, aveva perso interesse nei suoi giochi preferiti e guaiva giorno e notte.
Quando l’istruttore ha spiegato che il cagnolino del case study soffriva di ansia legata al fallimento, un compagno fece un commento cafone. Qualcuno di noi (me compresa) lo guardò storto ma l’insegnante gli rispose sorridendo:
“Tu come ti sentiresti se il tuo capo passasse la giornata dietro alla tua scrivania, interrompendoti ogni tre minuti per dirti che stai sbagliando?”
A volte un cambio di prospettiva fa miracoli.
I cani, le emozioni e il fallimento
Noi umani abbiamo una grande paura del fallimento e lo viviamo con sensi di colpa o come una conferma del nostro scarso valore. Per gli animali invece riuscire o non riuscire (ad esempio nella caccia) fa parte della vita e se un tentativo fallisce riprovano senza paturnie.
Questo però è vero in Natura. Per gli animali di casa è diverso.
Un cane che viene sgridato, bloccato o punito di continuo diventa un cane complessato. Non perché “si sente un fallito” ma perché impara che non soddisfare le richieste del proprietario ha conseguenze negative per lui e per il rapporto nel branco-famiglia.
Se il compagno umano di fido è insoddisfatto e lo sottolinea a ogni occasione con un “NO”, difficilmente l’animale si sentirà accettato e benvoluto.
Questo può causare ansie, paure e disagi emotivi che portano il cane a manifestare comportamenti anomali come:
- Apatia e perdita di appetito
- Agitazione, tremori, atteggiamento difensivo
- Aggressività
- Ululati e guaiti senza motivo apparente
- Distruzione di tappeti, divani, oggetti di casa
- Comportamenti compulsivi come mordersi, grattarsi o leccarsi.
Come educare fido senza creargli problemi
Insomma, il rapporto di fido con il fallimento dipende in gran parte dal modo in cui il compagno umano si relaziona con lui. Se hai portato a casa un nuovo amico e vuoi aiutarlo a imparare le regole (o nuovi giochi da fare insieme) senza ansia, ecco tre consigli fondamentali per te.
- Meno “NO” e più lodi
Alcuni sostengono che la parola “NO” andrebbe eliminata dal vocabolario quando si lavora con i cani. Io penso che sia un’esagerazione, anche perché un no secco al momento giusto può davvero salvare la vita a un cagnolino imprudente. Però va riservata alle situazioni di pericolo o ai comportamenti davvero gravi, altrimenti si rischia di confondere fido.
Molto meglio educare il cane attraverso il rinforzo positivo, dicendo “bravo” o “bene così” ogni volta che fa ciò che gli abbiamo chiesto. In questo modo, fido associa la lode al comportamento corretto e lo apprende più rapidamente. - Non pretendere troppo
L’apprendimento delle regole di casa, di nuove attività o giochi è un processo. Permettere al cane di imparare al suo ritmo, superando “prove” che diventano man mano più difficili accresce la sua intelligenza e l’autostima, aiutandolo a restare attivo e a sfogare la sua vivacità in modo sano. - Meno “premietti” e più carezze
I bocconcini, gli snack e i giochini sono un rinforzo positivo utile nei primi periodi di educazione o addestramento ma possono trasformarsi presto in un vizio che fa male alla bilancia ma non solo.
I cani hanno bisogno di sentirsi parte di un gruppo e dell’approvazione dei loro compagni umani. La gratificazione sociale come una coccola o una carezza ogni volta che si comporta nel modo giusto ha un valore più grande di qualsiasi premietto.
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